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© Federico De Luca |
Ritrovato l'equilibrio dopo il gol subito, Cuadrado e compagni hanno provato più volte a recuperare lo svantaggio, ma l'attacco di casa stasera non ha mai dato la sensazione di poter pungere davvero, con un Matri che non è ancora riuscito a riconfermarsi dopo la doppietta di Catania e un Gomez la cui forma fisica, aggiunta alla scarsa intesa coi compagni di squadra, ostenta qualche perplessità. Contro una difesa robusta come quella capitolina servivano rapidità e incisività nella manovra, sfruttando soprattutto il gioco degli esterni, vista la mancanza in mezzo al campo di due palleggiatori come Pizarro e Borja Valero (due assenze che hanno influito tantissimo sulla gara odierna).
E così è stato. Cuadrado e Joaquin, sia a destra che a sinistra, saltavano sistematicamente il diretto avversario, i centrocampisti (con un Mati Fernandez in stato di grazia) cercavano l'inserimento senza palla, ma il gioco dei viola non brillava e con una squadra così spenta e affannata per ribaltare la partita sarebbe servito proprio il guizzo di un grande attaccante. Le occasioni i padroni di casa ce le hanno avute comunque, in particolare con un tiro dalla destra di Tomovic e un colpo di testa di Gonzalo finiti alti di un soffio e con una perfetta incornata indirizzata al sette da Aquilani, a cui Marchetti ha però strozzato l'urlo in gola con un intervento straordinario (sarebbe stato il quinto gol stagionale per il numero 10 viola, oggi impiegato in versione playmaker). Nemmeno i cambi operati da mister Daniele Russo (stasera in panchina al posto dello squalificato Montella) hanno avuto impatto sulle sorti del match, a eccezione dell'ingresso in campo di Anderson che ancora una volta ha mostrato grande volontà e ottimi spunti individuali.
Certo, alla squadra gigliata le attenuanti per questa sconfitta non mancano: per la prima volta la Fiorentina ha dovuto fare a meno del suo allenatore, il vero trascinatore di questa squadra; la tensione e il nervosismo di questa settimana hanno irrigidito la fluidità della manovra; l'assenza a lungo termine di un campione come Rossi e la mancanza dei gol di un altro campione, cioè Mario Gomez, che non è ancora riuscito a ripagare l'entusiasmo di Firenze; per non parlare del fastidiosissimo comportamento antisportivo della Lazio, che dopo esser passata in vantaggio non si è mai lasciata scappare un'occasione per perdere tempo, tardando almeno 30 secondi in ogni rimessa in gioco del pallone. La squadra dell'esperto Reja ha fatto la partita che il mister aveva chiesto, chiudendosi nella propria metà campo dopo l'1-0 per poi ripartire a gran velocità quando la Fiorentina era sbilanciata in avanti. Soprattutto l'ingresso di Onazi nella ripresa (al posto di capitan Ledesma) ha creato parecchi problemi ai viola, che, propensi ad attaccare, hanno rischiato almeno in due chiare occasioni di subire il gol del 2-0 (ottimo l'intervento di Neto sul tiro ravvicinato dello stesso centrocampista nigeriano che tanto piace a Montella).
Questa sconfitta, che stavolta non è certo arrivata a causa dell'arbitraggio di Banti, avrà dei postumi dolorosi, quali l'assenza di Tomovic nella trasferta di Torino di domenica prossima (era diffidato) e l'aumento del distacco dal Napoli che, grazie al pareggio ottenuto a Livorno, è ora a +7 punti (altra occasione sprecata).
Una vittoria stasera avrebbe fatto comodo, tanto in ottica classifica quanto in ottica entusiasmo, visti i prossimi fondamentali appuntamenti che aspettano i ragazzi di Montella, che se la vedranno per ben tre volte con gli acerrimi rivali della Juventus.
Il campionato è ancora lungo e l'auspicata riduzione della squalifica di Borja Valero (non avrebbe senso il contrario visto anche lo scalpore a livello internazionale destato da questo insensato provvedimento disciplinare), oltre al rientro di Pizarro, ridaranno sicuramente linfa al gioco dei gigliati, ma contro la Juve, sia in Europa League sia in campionato, servirà la Fiorentina migliore, una Fiorentina tanto bella quanto concreta.
G.I.
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FOTO: http://www.firenzeviola.it/
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